PIOVE: confermato il divieto ai minori di 18 anni

Il film di Paolo Strippoli viene presentato oggi in anteprima nazionale ad Alice nella città

Esce al cinema il 10 Novembre distribuito da Fandango

Nella giornata di ieri si è svolta l’audizione per il riesame della valutazione di primo grado espressa dalla Commissione III per la Classificazione Opere Cinematografiche del Ministero della Cultura che aveva imposto il divieto ai minori di 18 anni a PIOVE – film diretto da Paolo Strippoli, tratto da una sceneggiatura originale di Jacopo Del Giudice, presentato oggi ad Alice nella città e in uscita nelle sale italiane il 10 Novembre con Fandango, così inasprendo la classificazione proposta dalla casa di produzione Propaganda Italia come opera ‘’non adatta ai minori di 14 anni’’.
In data 11 ottobre la Commissione aveva così espresso il suo parere: “il film deve essere classificato come opera vietata ai minori di anni 18, in ragione della presenza di scene estremamente cruente, che rappresentano atti violenti in modo dettagliato e prolungato, inducendo nello spettatore uno stato emotivo di turbamento. Tali scene, singolarmente prese, sono di per sé sufficienti a giustificare il divieto: inoltre, la conclusione della Commissione è ulteriormente corroborata dal fatto che esse risultano punteggiare la trama in modo tale da conferire alla pellicola un tono complessivo che lo rende inidoneo alla visione da parte di spettatori minorenni, senza che tale valutazione sia scalfita dalla presenza di alcuni momenti narrativi di segno opposto.” 

Nell’istanza di riesame presentata dalla produzione è stato evidenziato come il film dedichi grande spazio alla costruzione dei personaggi, alla comprensione del loro trauma e umanità, tanto che la sceneggiatura di PIOVE si è aggiudicata la 32a edizione del Premio Franco Solinas con la seguente motivazioni: “Per il coraggio di affrontare il genere horror con un impianto metaforico lucido e universale, ma con un tono potentemente originale (…). Un horror dei sentimenti, senza precedenti nel nostro Paese”. Inoltre, il film è dichiaratamente un horror sovrannaturale che offre allo spettatore il distacco necessario per leggere le azioni compiute dai personaggi in modo allegorico. Nel film non c’è apologia della violenza, solo quella graficità tipica e sempre presente nei film di genere horror.

Il massimo divieto, ai minori di 18 anni, sarebbe stato confermato in via informale al termine dell’audizione,anche se la produzione e la distribuzione non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito.

Già all’indomani della prima valutazione, il regista e co-sceneggiatore del film Paolo Strippoli ha dichiarato: “Sono molto dispiaciuto nel vedere PIOVE vietato ai minori di 18 anni. Affermo con convinzione che nel film non c’è alcuna istigazione o apologia del male, anzi, solo la crudezza che il genere e il suo pubblico richiede, senza gratuità. PIOVE è una parabola che racconta del nostro lato oscuro e nel finale offre una soluzione per addomesticarlo. Questo divieto è punitivo nei confronti del genere horror e dei suoi codici, e temo che possa scoraggiare distributori e produttori che si vogliono confrontare con un genere che oggi, in Italia, fa già molta fatica a rinascere.”

Marina Marzotto Founder & Head of Production di Propaganda Italia: “Non possiamo che constatare che  è in atto un chiaro ed ingiustificato inasprimento della censura dall’entrata in vigore del nuovo regime previsto dalla Legge Cinema 220.”

Gianluca Pignataro, direttore Marketing e Commerciale del distributore Fandango:‘’Siamo veramente sorpresi dalla decisione della commissione di censura che arreca un danno enorme al film, sia riguardo i successivi sfruttamenti economici, che per la impossibilità ora di promuovere e lanciare il film nelle sale come vorremmo. Ci sono infatti forti limitazioni per i film vietati a partire dalla impossibilità di proiettare i trailer nei cinema. La cosa che più colpisce è la severità adottata nei confronti di un film di genere di un giovane regista  italiano rispetto a valutazioni di solito molto meno rigide nei confronti di grandi produzioni internazionali.’’