The Road to Guantanamo

 

Fandango: Distribuzione

REGIA MICHAEL WINTERBOTTOM e MAT WHITECROSSPRODOTTO DA  ANDREW EATON             MELISSA PARMENTERCOPRODUTTORE IRANIANO           SHAHRYAR SHAHBAZZADEHPRODUTTORE ESECUTIVO                LEE THOMASMUSICHE  HARRY ESCOTT and MOLLY NYMANCASTING  WENDY BRAZINGTONDIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA            MARCEL ZYSKINDFONICO STUART WILSONSCENOGRAFO MARK DIGBY

SHAFIQ RIZ AHMEDRUHEL   FARHAD HARUNMONIR  WAQAR SIDDIQUIASIF     ARFAN USMAN


Il 10 settembre del 2001 la madre di Asif Iqbal torna a casa dopo un viaggio in Pakistan. Ha trovato una ragazza da dare in sposa ad Asif. Nove giorni dopo Asif parte in direzione del piccolo villaggio nei pressi di Faisalabad nel Punjab dove vive la sua promessa sposa. Quando si trova nel villaggio riceve la telefonata del suo testimone che lo avverte di non poter essere presente al matrimonio. Asif chiama così un altro amico di Tipton, Ruhel Ahmed. Ruhel accetta di raggiungerlo per fargli da testimone e qualche giorno più tardi parte con due altri amici, Shafiq Rasul e Monir Ali.I quattro si incontrano a Karachi. Dopo un paio di giorni passati sulle spiagge e nelle sale giochi della città visitano una moschea con Zahid, cugino pachistano di Shafiq. Un imam recluta uomini da mandare in Afghanistan per aiutare la popolazione. Il costo del viaggio a Kandahar è di soli 4 euro e così tutti e cinque accettano di partire.Il giorno dopo l’autobus parte alla volta di Kandahar e dopo una notte di viaggio il convoglio raggiunge Quetta, nel Pakistan nordoccidentale, dove il mezzo investe e uccide un uomo, e l’autista si dà alla fuga. Un altro autobus li porta al confine e i ragazzi attraversano la frontiera con l’Afghanistan. Raggiungono Kandahar in taxi intorno a mezzanotte, proprio quando si vedono le prime bombe americane cadere in lontananza.Il giorno successivo, il convoglio raggiunge la capitale, Kabul. Asif si ammala gravemente e deve ricorrere alle cure di un medico. I cinque passano il tempo vagabondando per la città. Comunicare è difficile: l’urdu è la loro terza lingua e non parlano affatto né Pashtu né Dari. Nelle montagne intorno alla città continuano i bombardamenti. I ragazzi sono ansiosi di tornare in Pakistan, per cui pagano un minibus per farsi trasportare, insieme ad altre persone, verso i confini del paese. Vengono invece condotti nel nord, attraverso le montagne, dove raggiungono Konduz. Si ritrovano intrappolati in una delle ultime roccaforti talebane nella regione settentrionale del paese, circondati dalle truppe dell’Alleanza del nord guidate dal generale Dostum. I ragazzi vengono portati in una casa in montagna, fuori città, dove si ammalano tutti per l’acqua contaminata. Da lì vengono riportati a Konduz. La città è bombardata giornalmente dagli aerei americani e le forze talebane si riversano in città, ma dopo due settimane si raggiunge una tregua grazie alla mediazione delle Nazioni Unite. I talebani accettano che tutti gli stranieri lascino per primi la città.  Monir non è con gli altri quando viene costretto a salire su un camion diretto fuori città.  Da qual momento se ne perdono le tracce.Gli altri quattro vengono a sapere che agli stranieri è stato concesso un lasciapassare per cui salgono di notte su un camion diretto a Kandahar. Il convoglio viene attaccato dai caccia americani e la maggior parte dei passeggeri viene uccisa o mutilata. Zahid si trova su uno dei camion colpiti. Lo ritrovano in una bagno di sangue ma ancora vivo.I quattro vengono catturati dalle truppe dell’Alleanza del nord e, insieme a centinaia di altri prigionieri, vengono legati e radunati in container. Ruhel, Shafiq e Zahid sono fortunati perché il loro container ha i lati di tela. Asif non è altrettanto fortunato. Il suo container è di metallo e a tenuta stagna e i prigionieri iniziano a soffocare. Asif perde conoscenza e quando si risveglia scopre che i lati del container sono pieni dei fori lasciati dai proiettili. Molti dei prigionieri sono morti, uccisi dai proiettili o soffocati. Asif stesso ha una ferita d’arma da fuoco. Lecca la condensa sulle pareti del container di metallo – un misto di acqua e sangue – per sopravvivere.I quattro vengono detenuti presso il carcere di Sheberghan per 10 giorni e sono visitati da alcuni funzionari della Croce Rossa che informano l’ambasciata britannica di Karachi. Tuttavia, il 28 dicembre, le forze americane che controllano la prigione prendono i tre cittadini britannici e li trasportano in aereo presso un centro di detenzione nella base aerea di Kandahar, dove i giovani vengono picchiati e interrogati, sia da soldati americani che da membri delle SAS, le forze speciali britanniche. Zahid viene lasciato indietro e poi imprigionato in Pakistan.Il 13 gennaio del 2002, Asif e Shafiq vengono trasferiti nella baia di Guantanamo a Cuba, dove vengono detenuti nelle gabbie a cielo aperto di Camp X-Ray. Ruhel li raggiunge il 10 febbraio. Alcuni mesi più tardi, vengono trasferiti a Camp Delta, un carcere appena costruito che prevede anche l’uso di container metallici. Durante l’incarcerazione, tutti e tre vengono interrogati dagli americani e dall’MI5, le forze di sicurezza britanniche. Vengono torturati centinaia di volte e accusati di infiniti reati. Nel maggio 2003, viene scoperto il video di una manifestazione a cui avevano preso parte Osama Bin Laden e Mohammed Atta – il capo degli attentatori dell’11 settembre – nel quale l’FBI sostiene di aver individuato tutti e tre i ragazzi.L’MI5 confuta l’accusa perché Shafiq lavorava in quel periodo presso Curry’s, mentre Asif e Ruhel si trovavano a Tipton in libertà condizionata.Finalmente, il 5 marzo 2004, dopo più di due anni di permanenza a Guantanamo, Shafiq, Asif e Ruhel vengono riportati in Inghilterra e interrogati a Londra dalla squadra antiterrorismo della stazione di Paddington Green. Il giorno dopo vengono rilasciati senza alcuna imputazione.