DOMENICO PROCACCI Presenta GANGSTER N°1 CAST TECNICO Regia Paul McGuigan Malcom McDowell – David Thewlis -Paul Bettany e Saffron Burrows Sceneggiatura Johnny Ferguson Scenografia Richard Brigland Direttore della fotografia – Peter Sova Costumi Jany Temime Musica John Dankworth Montaggio Andew Hulme Produttori Norma Heyman e Jonathan Cavendish
Al giorno d’oggi. La scena si svolge in un lussuoso albergo di Londra durante una cena organizzata per un incontro di boxe. Al tavolo d’onore presiede Gangster. È il boss indiscusso che tiene d’occhio i suoi sudditi. È Top Johnny. È il Re della malavita londinese. Il Principe del mucchio. La posizione che Gangster ha sempre voluto raggiungere. La sua vita non potrebbe regalargli altro. Finché Gangster non viene a sapere che Freddie Mays uscirà di galera. Freddie Mays, il suo vecchio capo e mentore, il suo vecchio rivale e vessatore, esce di galera dopo una condanna a trent’anni per omicidio. Peccato. Freddie avrebbe fatto meglio rimanere dov’era. In prigione era al sicuro. Perché anche dopo tutti questi anni, al solo sentir pronunciare il nome di Freddie Mays, Gangster si agita in modo incontrollabile. Non lo sa neanche lui perché, probabilmente non l’ha mai saputo… Flashback: Londra 1968. Questa vicenda epica ci viene svelata attraverso gli occhi di Gangster. All’epoca è Freddie Mays il Re. E si gode tutti i vantaggi del suo rango. È conosciuto come “Il macellaio di Mayfair” per aver ucciso un poliziotto corrotto e averla passata liscia. Tutti gli uomini di Freddie lo ammirano – Tommy, Mad John, Fat Charlie, Roland, Billy, Eddie e anche Gangster, l’ultimo arrivato. Quando Freddie vede che Gangster se la cava da solo, che non ha paura, decide di metterlo sul libro paga. Poi se lo prende come braccio destro. Le cose non potrebbero andare meglio per Gangster che ammira Freddie e tutto ciò che possiede. Soprattutto tutto quello che possiede. E ce n’è di roba da ammirare. L’appartamento di Freddie è arredato con tutti mobili a incasso super costosi. Le poltrone di cuoio italiano, oro e onice ovunque. C’è anche un murales con dei cavalli, una delle passioni di Freddie. Poi ci sono le macchine di Freddie: la Aston Martin blu e la Jaguar serie E rossa. E i suoi vestiti, tutti fatti su misura a Jermyn Street, le camicie italiane, i calzini di seta, i gemelli di rubini, l’orologio in oro bianco… persino il ferma cravatte di Freddie è costato un sacco di soldi. Quell’uomo sprizza soldi e buon gusto. E come dice Gangster, si sente “inculato dal profumo di successo”. Al servizio di Freddie, Gangster si incarica di vendette, torture e anche di omicidio. Quando il night club del boss viene “accidentalmente” fatto esplodere dalla società rivale di Lennie Taylor, sarà Gangster a occuparsi di quello sbadato che ha combinato tutto il casino. Freddie Mays e Gangster: un rapporto perfetto. Per dirla di nuovo con le parole di Gangster, erano “insieme fino in fondo come quei cazzi di Moet e Chandon”. Sono una squadra imbattibile. Finché non si mette in mezzo una bellissima ragazza: Karen. Freddie si dedica sempre di più a Karen, e Gangster si sente sempre più escluso. Sente che sta cambiando tutto, che sta andando tutto in malora. E inevitabilmente si scatena l’inferno. Gangster e Roland scoprono un complotto di Lennie Taylor per far fuori Freddie Mays. Roland vuole informare il capo, Gangster invece vuole tenere segreta la notizia. E deve disfarsi di Roland. Gangster mette in atto una tecnica speciale, una tecnica che utilizzerà altre volte in seguito, per disfarsi di Lennie Taylor e del suo braccio destro, Maxie King. Qualcuno deve pagare per i delitti e viene condannato Freddie Mays. Ma prima di finire dietro le sbarre, si scatena una lotta agghiacciante tra il capo e il suo ambizioso apprendista. Una lotta mostruosa fatta di astuzia, inganno, ossessione e violenza. Di ammirazione che si trasforma in invidia, e l’invidia in tradimento. Gangster vuole tutto quello che è di Freddie. Non solo il suo stile di vita – ma tutta la sua vita. Non si fermerà finché non avrà ottenuto tutto. E poi…? Gangster n°1. Decisamente non il solito film sulla malavita…